Ex Ospedale

Nome attuale: Ex Ospedale
Nome originale: Colonia post Sanatoriale IMFPS (Istituto Nazionale Fascista Previdenza Sociale), poi Ospedale

Città: Tresigallo (FE)
Indirizzo: piazzale Forlanini 5

Anno di realizzazione: 1938
Progettista: Carlo Frighi su idea di Edmondo Rossoni
Committenza: pubblica
Stile architettonico: Modernismo, Littorio, con riferimenti al Razionalismo

Interno visitabile: no
Note: l’Ospedale è inserito in un percorso dedicato in questa guida
vincolo di Soprintendenza – rilevanza storico artistica

L’ex Ospedale di Tresigallo, già Colonia post Sanatoriale.

La lotta alla tubercolosi dell’Italia fascista fu una vera e propria “bonifica del popolo”. Fu una delle priorità che il regime si pose nel tentativo di eliminare le malattie endemiche che indebolivano la Nazione fascista. Se la Malaria fu combattuta con le bonifiche agrarie, alla Tubercolosi fu opposta l’assicurazione obbligatoria per i lavoratori dipendenti e la realizzazione di una propagandistica e consistente rete sanatoriale. Grandioso e imponente erano i termini che solitamente venivano attribuiti alle moderne costruzioni dell’Istituto Nazionale Fascista di Previdenza Sociale. Anche l’edificio realizzato a Tresigallo, con le dovute proporzioni legate alle dimensioni della cittadina ferrarese, rispecchia tale immagine.

L’ingresso all’ex “Sanatorio” di Tresigallo visto dal piazzale Forlanini. Sulla destra l’edificio ex “Domus Tua”.

La Colonia post Sanatoriale di Tresigallo fu posizionata, come sempre accadeva per questo tipo di edilizia, in un luogo lontano dal centro, dove l’aria poteva essere più pura. Nel caso di questo cantiere esiste una richiesta di autorizzazione a costruire: porta la data del febbraio 1936. Il progettista è Carlo Frighi, l’ingegnere tresigallese che trasferì su carta lucida le idee architettoniche e urbanistiche di Edmondo Rossoni. Rossoni era il potentissimo ministro dell’Agricoltura: tresigallese, impegnato nella “rifondazione” della sua città natale da piccolo borgo a cittadina moderna e industrializzata. Il gerarca fascista operò finanziariamente a Tresigallo accaparrandosi finanziamenti e pilotando l’attività edilizia tramite la SERTIA, una società gestita da un suo vicino parente.

Uno dei vani scala dell’ex “Sanatorio” di Tresigallo.

L’edificio sanitario è uno dei più alti realizzati a Tresigallo e dispone di un certo fascino. Conta 5 piani fuori terra e un seminterrato. E’ collocato all’interno di un parco. Le attività di routine venivano svolte al piano terra dove si trovavano anche i laboratori e le cucine. Al piano interrato erano collocati i magazzini, mentre ai piani superiori erano distribuite le numerose camerate per i degenti. Nel grande complesso erano presenti anche sale ricreative e alcuni laboratori nei quali i malati a lunga degenza potevano eseguire alcune attività “lavorative”. L’immobile rimase attivo come ospedale fino al 1992. In seguito fu destinato a Casa di Riposo. L’edificio dimostra monumentalità e presenza istituzionale, elementi cari al regime soprattutto dopo il 1936, data della creazione dell’Impero fascista. La lettura del Moderno è chiara. Nel suo Ecclettismo evoluto l’immobile accoglie contemporaneamente lo stile Littorio: da cui deriva la monumentalità; elementi razionalisti: come finestre in ferro a nastro verticale, oblò, parti di tetto piano e tamponature in calcestruzzo armato; e la Tradizione: con il tetto a due falde in laterizio, marcapiani e cornici alle finestre. All’interno sono presenti vani scale dall’interessante disegno architettonico moderno.

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Uno dei vani scala dell’ex “Sanatorio” di Tresigallo.