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Palazzo degli Uffici

Nome attuale: Palazzo degli Uffici
Nome originale: Palazzo Dandini poi Palazzo degli Uffici

Città: Cesena
Frazione: centro storico
Indirizzo: corso Mazzini 58, corte Dandini 9, 11, 13

Anno di realizzazione: fine anni Venti
Progettista:
Committenza: pubblica per la realizzazione degli Uffici
Stile architettonico: riconduzione ad uno stile moderno/Razionalista

Interno visitabile: in parte
Note: riporta la scritta originale PALAZZO DEGLI VFFICI

Il Palazzo degli Uffici di Cesena.

Per collocare nei luoghi significativi della città gli immobili che maggiormente rappresentavano lo Stato fascista, il regime non esitò ad espropriare antichi edifici del centro per poi abbatterli inesorabilmente. Nello spazio liberato dal “piccone demolitore”, vennero eretti nuovi edifici moderni e imponenti. Estranei al tessuto urbano esistente. Dissonanti. Solo in qualche caso l’equilibrio delle facciate venne “rispettato” grazie ad interventi di ristrutturazione che adattarono gli edifici esistenti alle esigenze di rappresentanza. Questo accadde parzialmente anche a Cesena dove un palazzo nobiliare diventò la sede degli Uffici statali.

Il “Palazzo degli Uffici” di Cesena. 1937.

Alla fine degli anni Venti, in seguito ad una consistente ristrutturazione, l’antico palazzo Dandini diventò il “Palazzo degli Uffici”. Da quel momento ospitò il Catasto, il Registro e la Procura delle Tasse. In quegli anni anche la piazza subì notevoli modifiche. Infatti, nel novembre 1927, di fronte al Palazzo degli Uffici, fu inaugurato lo “Stabilimento Bagni e Albergo Diurno” che trovò posto nei sotterranei del palazzo Suzzi, un immobile demolito per aumentare la superficie di piazza Del Duomo di un centinaio di metri quadrati. La gestione dei bagni fu affidata all’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra.

Piazza Del Duomo, piazza Concordia, Piazza Pia, piazza Giovanni Paolo II, vista dalle finestre del palazzo degli Uffici. 1930 – 1935.
Prospetto e planimetria dei “Bagni”. Immagine acquerellata.

La facciata dell’antico palazzo Dandini, poi Palazzo degli Uffici, fu parzialmente rimaneggiata con l’inserimento di cornici che andarono a marcare le leggere ombre delle finestre ridisegnandone le altezze. Causa la precaria stabilità, già nel 1958 l’edificio necessitò di un importante consolidamento. Gli Uffici statali vennero pertanto trasferiti in un nuovo fabbricato.

 

Caserma Carabinieri

Nome attuale: Caserma Carabinieri
Nome originale: Casa Littoria –  Casa del Fascio

Città: Tresigallo (FE)
Indirizzo: via Roma n. 48

Anno di realizzazione: 1937
Progettista: arch. Carlo Frighi su idea di Edmondo Rossoni
Committenza: pubblica
Stile architettonico: Razionalismo

Interno visitabile: no
Note: la Caserma dei Carabinieri (ex Casa del fascio) è inserita in un percorso dedicato in questa guida
vincolo di Soprintendenza – rilevanza storico artistica

La ex “Casa del fascio” di Tresigallo oggi “Caserma dei Carabinieri”.

La presenza dello Stato fascista garante e ammonitore si respira in ogni angolo della città “progettata” dal potente ministro Edmondo Rossoni. Ma è il viale Roma, già via Edmondo Rossoni e via Principale, a detenere il primato di architetture che si elevano per valore politico. Con un telegramma inviato ai prefetti nel luglio 1931 Mussolini ordinò che: Con l’inizio dell’anno decimo tutti i centri urbani dei Comuni debbano avere una via – non secondaria – col nome di “Roma”. E la “Casa Littoria” della Tresigallo fascista fu costruita proprio nel corso Roma, l’asse urbano delle funzioni pubbliche. La via delle parate e delle marce in camicia nera. Delle scenografie. Quel rettilineo si riempiva di rigidi schieramenti quando il potente ministro Rossoni arringava la folla dal balcone della “Casa del Fascio”.

Il bel disegno razionalista dell’edificio ” firmato” da Carlo Frighi, tecnico di riferimento della nuova Tresigallo rossoniana, presenta la dotazione abituale delle case del fascio. Parliamo della torre littoria e dell’arengario, elementi costruttivi imposti dall’esigenza del partito di vigilare, rappresentare e comunicare. Nello specifico Frighi li evidenziò con un accorgimento non proprio Razionale ma decisamente efficace: quello di nobilitarli esternamente con lastre di Travertino, in contrapposizione al restante intonaco. All’interno dell’edificio non manca la sala delle riunioni: si tratta di un grande vano ad abside che mostra un soffitto in vetro cemento sotto la cui ambientazione si consumarono anche cene e feste da ballo. Sono presenti uffici, servizi igienici e sale supplementari. Tutta la copertura è piana. L’interessante sfalsamento dei volumi dona all’immobile una naturale monumentalità. Oggi è la sede della caserma del Carabinieri. L’edificio spicca, come la maggior parte delle strutture restaurate nella Tresigallo attuale, per una studiata e riuscita colorazione delle facciate.

Affianco alla “Casa Littoria” troviamo un frammento di piacevole Futurismo. Si tratta dell’insegna che indicava la presenza del Bar Roma. Lo stabile che ospitava il bar è arretrato sulla strada rispetto alla più importante “Casa del Fascio”. In questo caso l’abbandono dell’immobile e quindi la mancanza di interventi edilizi nel secondo Novecento, ha determinato la salvezza dell’iscrizione in pietra. Sul lato opposto della strada si affaccia il cinema Teatro progettato da Frighi nel 1934. Oggi è il Teatro 900.

La famosa scritta “Bar Roma” nella omonima via di Tresigallo.
La galleria del cinema-teatro di Tresigallo. Particolare dell’arredamento.

Cimitero

Nome attuale : Cimitero
Nome originale: Cimitero

Città: Tresigallo (FE)
Indirizzo: via Filippo Corridoni

Anno di realizzazione: 1934 – 1936
Progettista: geom. Gino Prampolini su idea di Edmondo Rossoni – Ugo Tarchi per il mausoleo Rossoni
Committenza: pubblica
Stile architettonico: Razionalismo – Classicismo

Interno visitabile: si
Note: il Cimitero è inserito in un percorso dedicato in questa guida
vincolo di Soprintendenza – rilevanza storico artistica
fa parte del circuito dei cimiteri storici e monumentali dell’Emilia Romagna

Il “Cimitero” di Tresigallo.

Nel 1934 Edmondo Rossoni, potente gerarca fascista di Tresigallo (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, 1932-35 e ministro dell’Agricoltura, 1935-39), volle spostare il cimitero della città per inserirlo nella trama della “sua” nuova Tresigallo. Per l’immobile sacro scelse una posizione strategica all’apice del cardine portante del nuovo progetto urbano, un’asse che toccava tre punti fortemente simbolici: le fabbriche, la piazza e, appunto, il cimitero. E fu esattamente al centro del cimitero che fece costruire il suo imponente mausoleo il cui nucleo fu un enorme braciere di marmo verde. Posizione strategica, appunto. Perché dalla nuova piazza “Della rivoluzione Fascista” (oggi piazza Della Repubblica), in fondo ad un rettilineo di qualche centinaio di metri, la fiaccola rappresentava il “nord”. Il progetto del mausoleo di Rossoni, che vediamo interamente ricoperto in travertino, è dell’architetto fiorentino Ugo Tarchi. Rossoni morì a Roma nel 1965 ma qui fu tumulato.

Il “Cimitero” di Tresigallo. Sullo sfondo il mausoleo di Edmondo Rossoni.

E‘ del geometra Gino Prampolini la firma sul disegno Razionalista (con chiari richiami al Classicismo) dell’intera struttura perimetrale del nuovo cimitero di Tresigallo. L’ingresso, in particolare, colpisce per l’impatto che determina la sua collocazione al termine del lungo rettilineo stradale e per l’aspetto “moderno” ed elegante. Nella progettazione, ispirata da Edmondo Rossoni, il tecnico si è calato nella dimensione propagandistica del regime creando una convincente “trifora” celebrativa. Il disegno dell’ingresso, posizionato al termine dell’asse prospettico che si prolunga dal centro della città, ha contribuito all’ideazione dell’efficace marchio di “Città metafisica” con cui oggi Tresigallo viene identificata nei circuiti turistici.
I tre fornici consentono l’accesso al “Cimitero” all’interno del quale trionfa, senza rivali, il mausoleo di Edmondo Rossoni. Dentro le mura è stata realizzata anche una chiesetta/camera mortuaria che in origine comprendeva il locale delle autopsie. Sulla facciata principale della chiesetta è presente un angelo in altorilievo. L’opera è di Enzo Nenci.

L’angelo sulla facciata del Cimitero di Tresigallo.
Il “Cimitero” di Tresigallo.

Il “Cimitero” di Tresigallo è entrato a far parte del circuito dei cimiteri storici e monumentali dell’Emilia Romagna. La Regione ha accolto la richiesta inviata dal Comune di Tresignana per il suo inserimento negli elenchi dedicati agli edifici e monumenti di rilevanza storico-artistica e valenza storico-culturale di luogo della memoria collettiva.

Il fòrnice d’ingresso del “Cimitero” di Tresigallo.

Cafioc

Nome attuale : Stabilimento ex Cafioc
Nome originale: Cafioc (Casa del Fiocco di Canapa)

Città: Tresigallo (FE)
Indirizzo: via del Mare 50

Anno di realizzazione: 1935
Progettista: ing. Carlo Frighi su idea di Edmondo Rossoni
Committenza: Cafioc
Stile architettonico: Razionalista

Interno visitabile: si
Note: edificio rappresentativo ma esteticamente compromesso
CAFIOC è inserita in un itinerario dedicato in questa guida

Immagine da sostituire Il fronte della Cafioc come si presenta oggi

L’Italia vanta un’antica tradizione nell’uso della Canapa per fini tessili, per la realizzazione di corde e per la produzione di carta. Il prodotto nazionale superò per quantità e qualità quello di altre nazioni europee e divenne importantissimo nell’economia italiana. L’Emilia Romagna fu una regione fondamentale nella produzione della Canapa tessile e in particolare il territorio ferrarese interpretò un ruolo di primissimo piano nella sua coltivazione. Con la guerra d’Etiopia del 1935, l’imposizione delle “sanzioni” da parte della Società delle Nazioni e il conseguente avvio del periodo autarchico, alla Canapa fu richiesto di sostituire massicciamente il Cotone per evitarne l’importazione.

immagine da sostituire

La fabbrica Cafioc (Casa del Fiocco di Canapa), che faceva capo ad una società con sede a Roma, avviò a Tresigallo la produzione di fiocchi di Canapa (da notare l’accostamento figurativo ai fiocchi del Cotone) nel 1935. La sua collocazione nella scacchiera urbana della città fu particolarmente rappresentativa. Fu infatti costruita alla base del cardine portante della nuova città industriale concepita dal ministro tresigallese Edmondo Rossoni. Si tratta di un percorso rettilineo ricco di simbologie che, partendo proprio dalla fabbrica, attraversava piazza Della Rivoluzione (piazza Della Repubblica) fino a raggiungere il nuovo cimitero dove ancora oggi troneggia il grande mausoleo che lo stesso Rossoni si fece costruire. Negli anni immediatamente successivi furono realizzati altri opifici “autarchici” operanti nel settore della Canapa come la CELNA (Cellulosa Nazionale) che lavorava i residui della Canapa macerata, il Consorzio Nazionale Produttori Canapa, la MALICA (Manifattura Lino e Canapa) o la SAIMM che produceva macchine agricole.

Il prospetto principale della fabbrica “Cafioc” di Tresigallo.

Con una facciata estremamente semplice e un disegno di marca Razionalista, l’immobile coglie l’essenza della modernità e della rappresentazione simbolica. Le parti rialzate e in particolare la torre centrale, sono infatti in grado di richiamare uno dei modelli patrocinati dal regime fascista. Il progetto è firmato dall’ingegner Frighi, tecnico di fiducia del ministro Rossoni, ma l’idea è del gerarca stesso. Il cemento armato, anche se alternato al più tradizionale laterizio, ancora oggi rappresenta l’elemento decorativo e strutturale dell’edificio secondo le interpretazioni estetiche contemplate dal Razionalismo. Il disegno originario è però molto compromesso. L’abbattimento della torre, la creazione di terrazzi e le imbiancature esterne sottraggono sottrarre all’attenzione del visitatore una delle fabbriche simbolo di Tresigallo. Oggi contiene numerose attività artigianali.

Calefo

Nome attuale : Hub Calefo
Nome originale: Calefo (Consorzio Agrario Lavorazione Esportazione Frutta Ortaggi)

Città: Tresigallo (FE)
Indirizzo: piazza Del Popolo

Anno di realizzazione: 1935
Progettista: ing. Carlo Frighi su idea di Edmondo Rossoni
Committenza: Calefo
Stile architettonico: Razionalista

Interno visitabile: si
Note: la CALEFO è inserita in un itinerario dedicato in questa guida

La fabbrica “Calefo”, oggi Hub Calefo, dopo i restauri effettuati dall’Amministrazione comunale.

Attorno alla novecentesca città di Tresigallo, rifondata dal ministro Edmondo Rossoni, correva una cintura edificata di fabbriche e attività commerciali capace di dare al piccolo e povero borgo di pescatori e agricoltori una nuova identità “industriale”. Tra i primi stabilimenti che andarono ad insediarsi nel territorio ci fu CALEFO, il Consorzio Agrario Lavorazione Esportazione Frutta Ortaggi che basava l’attività sulla raccolta e selezione della frutta da esportazione.

Progetto CALEFO, prospetto principale.

Lo stabilimento era composto da due edifici, collegati tra loro da un corpo di minore altezza, che andavano a formare l’angolo tra piazza Del Popolo e via Delle Venezie. La parte su via Delle Venezie era destinata alla vera e propria lavorazione. La frutta veniva selezionata e confezionata in cassette pronte per il trasporto. L’edificio di lavorazione si propone con un aspetto “tradizionale”: la struttura è realizzata in cotto e il tetto classico a due falde è ben visibile.

L’edificio di rappresentanza era quello sul piazzale. Ad esso fu destinato un moderno disegno a prevalente matrice Razionalista. Interessante e di facile lettura. La struttura in calcestruzzo armato e i pilastri intonacati vanno a formare evidenti modanature che scandiscono le tamponature/ombre dando vita a profondità e contrasto. La parte alta della facciata nasconde il tetto a due acque creando una simulazione di copertura piana. Le finestre sono ampie. L’immobile conteneva il punto vendita della CALEFO, il relativo magazzino e locali di servizio. La necessità estetica era quella di offrire la sensazione di superamento del “vecchio” a favore di una nuova e moderna città. Rossoni e Frighi rivisitano in questo progetto quando espresso nella stesura dei prospetti della fabbrica CAFIOC.

La ex “Calefo” prima dei restauri. Immagine tratta da Google.

L’immobile è stato recentemente ristrutturato dall’Amministrazione comunale di Tresignana che ha vinto un bando regionale destinato allo sviluppo delle infrastrutture per la competitività e il territorio. Nei nuovi locali sta per nascere una struttura di riferimento dell’area del Basso Ferrarese: un nodo di rete che vuole essere collaborazione tra università, scuole, sistema produttivo e associazioni. L’obiettivo è quello di fornire un supporto alla creazione d’impresa e di catalizzare le opportunità sociali e formative per il futuro.

Consorzio Agrario Cooperativo

Nome attuale :
Nome originale: Consorzio Agrario Cooperativo Provinciale

Città: Tresigallo (FE)
Indirizzo: piazza Dei Mille

Anno di realizzazione: 1938
Progettista: ing. Carlo Frighi su idea di Edmondo Rossoni
Committenza: Consorzio
Stile architettonico: Razionalista, Novecentismo

Interno visitabile: parzialmente in disuso e parzialmente utilizzato da ditte private
Note: il Consorzio Agrario Cooperativo è inserito in un itinerario dedicato in questa guida

L’ex “Consorzio agrario” di Tresigallo.

Come accadde per la via Del Mare, dove furono costruiti alcuni degli opifici che segnarono la trasformazione industriale della piccola Tresigallo, anche il trapezio di “circonvallazione” urbana, perfezionato dal ministro tresigallese Edmondo Rossoni, fu luogo deputato ad ospitare importanti strutture produttive. Tutte servite da una viabilità che facilitava i traffici con l’intera provincia ferrarese e non solo. L’industrializzazione fu la strada intrapresa da Rossoni per trasformare Tresigallo in città moderna e convogliare, anche se spesso in modo oscuro, ingenti finanziamenti. Il disegno economico era indirizzato all’industria di trasformazione di prodotti legati all’agricoltura del territorio.

Uno degli schizzi realizzati da Rossoni per la pianificazione urbana della nuova Tresigallo.

Proprio sul trapezio di viabilità urbana, affianco alla SAIMM (fabbrica di macchine agricole), sorse non certo casualmente il Consorzio Agrario Cooperativo Provinciale. L’importante complesso era composto essenzialmente da due edifici. Il primo conteneva la parte amministrativa e di vendita mentre l’altro era un capiente magazzino per lo stoccaggio dei cereali. Se il primo propone un’estetica pressoché tradizionale, il secondo assume l’onere di immergerci nell’architettura del Novecento. Nel moderno. Ispirato al Razionalismo, il magazzino ci propone però materiali classici. Interessanti sono le finte finestre a nastro verticali composte grazie a importanti lesene in cotto che le incorniciano a tutt’altezza. Le stesse lesene evidenziano il disegno delle strutture portanti. Da notare la sottile tettoia a sbalzo in cemento armato che sovrasta un marciapiede elevato a quota superiore per agevolare il carico sui mezzi di trasporto merci.

Sullo sfondo l’ex “Consorzio agrario”. A sinistra la ex ditta Saimm.

Sulla stessa arteria di “circonvallazione” urbana furono realizzate altre importanti fabbriche come CAFIOC, CALEFO e Federcanapa.

Saimm

Nome attuale : Ex Saimm
Nome originale: Saimm

Città: Tresigallo (FE)
Indirizzo: via Giordano Bruno 2

Anno di realizzazione: 1937
Progettista: geom. Gino Prampolini su idea di Edmondo Rossoni
Committenza: Saimm
Stile architettonico: Razionalismo

Interno visitabile: in parte pubblica attività
Note: SAIMM è inserita in un itinerario dedicato in questa app

Uno degli accessi all’azienda”Saimm” di Tresigallo.

Nel 1937 fu inaugurata a Tresigallo l’azienda del colosso modenese SAIMM (Società Anonima Industrie Metallurgiche Meccaniche). Il fondatore fu Adolfo Orsi, potente industriale creatore delle Acciaierie e fonderie di Modena, proprietario della Società anonima Tramways siciliani e della Società anonima Tramvie di Lombardia e Romagna. In quello stesso 1937 sarà nominato presidente della Maserati spa. Gli accordi con l’industriale per l’insediamento della fabbrica a Tresigallo furono presi direttamente dal potente ministro tresigallese Edmondo Rossoni, il fautore della trasformazione della piccola cittadina agricola in un centro industriale. A Tresigallo la SAIMM realizzerà soprattutto macchine agricole.

Immagine pubblicitaria della ditta “Saimm” costruttrice di macchine agricole a Tresigallo.

Il grande fabbricato dal disegno Razionalista fu costruito nell’area di sedime dell’ex cimitero che poco tempo prima era stato spostato in una posizione strategica della città. L’ingresso principale dell’opificio fu collocato su una delle rotatorie disegnate da Rossoni per la nuova urbanistica della città. L’anno successivo, sulla stessa rotatoria, verrà realizzato il Consorzio Agrario della Provincia di Ferrara.
L’edificio Saimm costeggia per un lungo tratto la strada sulla quale propone più entrate. La sua pianta era in origine composta dalla fabbrica vera e propria, dai magazzini, dagli uffici e dai parcheggi. Era inoltre presente una vasta area di corte oggi parzialmente coperta. La parte più interessante architettonicamente è sicuramente la porzione ad angolo arrotondato. Si tratta della parte abbandonata. Mentre altri volumi sono utilizzati da ditte private che ne hanno curato le ristrutturazioni.

La sede della ditta “Saimm” (Società Anonima Industrie Metallurgiche Meccaniche) a Tresigallo.

Interessanti sono le aperture singole sui fronti che, incorniciate in serie da una cordonatura in cotto, vanno a disegnare le finestre a nastro idealizzate dal Razionalismo. Anche la struttura vuole ricordare il Razionalismo con intonacature che vanno a simulare il cemento. In verità si tratta di muri portanti realizzati in cotto.

La sede della ditta “Saimm” (Società Anonima Industrie Metallurgiche Meccaniche) a Tresigallo.