Zuccherificio

Nome attuale: Ciminiera ex Zuccherificio
Nome originale: Zuccherificio

Città: Cesena
Frazione: ambito urbano
Indirizzo: angolo via Niccolò Macchiavelli via Italo Calvino

Anno di realizzazione: 1899
Progettista: ing. Giuseppe Müller
Committenza: Società Generale per lo Zucchero Indigeno
Stile architettonico: architettura Industriale

Interno visitabile: no
Note: la Ciminiera dell’ex Zuccherificio è inserita in un itinerario dedicato in questa guida
edificio catalogato dalla Soprintendenza come di rilevanza storico artistica (ciminiera)

La zona dello Zuccherificio di Cesena come si presenta oggi.

I primi esperimenti di coltura della barbabietola da zucchero nella provincia di Forlì-Cesena ebbero inizio negli ultimi anni dell’Ottocento, ma la coltivazione vera e propria partì nel Novecento quando furono avviate le attività dei grandi zuccherifici di Forlì e di Cesena. L’iniziale ritrosia dei coloni ad abbandonare la coltivazione del granoturco a favore della nuova opportunità fu superata con un po’ di fatica, ma già negli anni Venti la dolce radice conobbe uno sviluppo sostanziale in superficie coltivata. Per molti decenni la barbabietola sarà una pianta fondamentale nell’economia agraria di tutta la Romagna. I coloni, oltre a contare sugli incassi legati al prodotto primario che cedevano allo Zuccherificio, potevano contare sui prodotti di scarto, i cosiddetti cascami, che venivano impiegati per l’alimentazione del bestiame. Lo Zuccherificio garantiva inoltre numerose centinaia di posti di lavoro stagionali. Il lavoro all’interno dello stabilimento era però durissimo.

Lo Zuccherificio di Cesena in funzione. Immagine d’epoca.
Lo Zuccherificio di Cesena visto dal ponte Nuovo, 1938.

Su progetto dell’ing. Giuseppe Müller, nel 1899 fu avviata la costruzione degli impianti dello Zuccherificio di Cesena. L’edificio, completo di macchinari di produzione cecoslovacca, comportò un costo di costruzione di 2 milioni di lire. Era di proprietà della “Società Italiana Industria Zuccheri” che in seguito divenne “Società Romana Zuccheri: un’azienda del Gruppo Maraldi di Cesena con sede nella Capitale. La sua maggioranza azionaria apparteneva alla “Società Anonima Eridania Zuccherifici Nazionali” di Genova. Il complesso era costituito da tre gruppi di edifici. Un nucleo originario, sviluppatosi in posizione centrale attorno alla ciminiera, conteneva gli impianti di lavorazione della barbabietola, mentre due capannoni poco distanti venivano utilizzati come magazzini di deposito. Alcuni edifici minori realizzati lungo il margine del fiume Savio completavano la struttura produttiva. Lo stabilimento, che fu danneggiato durante il secondo conflitto mondiale, svolse la sua ultima campagna saccarifera nel 1978. La sua chiusura fu decretata dal fallimento dell’azienda proprietaria. In seguito ad un intervento di riqualificazione della zona avviato nel 1989, nel 1995 il complesso produttivo fu demolito. Dello stabilimento sono stati conservati due edifici di servizio e la ciminiera in mattoni. Quest’ultima è stata dichiarata di interesse culturale nel 2006.

La zona dello Zuccherificio di cesena come si presenta oggi.

Interminabili file di carri e autocarri colmi di barbabietole attendevano l’ingresso agli stabilimenti dello Zuccherificio. Era un traffico più intenso del solito, una situazione che durava 30/40 giorni nel periodo estivo/autunnale. Nel lontano 1932 il caso finì anche sul giornale. Nell’occasione il giornalista paragonò quel traffico temporaneo ad una Babilonica bolgia infernale. L’accaduto si propone oggi con uno sfondo quasi comico, ma la sua immagine rende con chiarezza quanta partecipazione avesse la coltivazione della barbabietola e quante realtà agricole fossero coinvolte nell’attività saccarifera.